In Atlante Emozionale si utilizza il metodo The Self-Portrait Experience: l’autoritratto stimola la creatività e l’esplorazione di sé e la fotografia diventa strumento di auto-narrazione dove partecipanti stessi sono co-autori delle loro immagini.
Il lavoro sull’autoritratto permette a chiunque di scatenare il processo creativo a partire dall’interiorità e di imparare a trasformare le proprie emozioni in arte, lavorando sull’immagine interna ed esterna di sé.
L’auto-ritrattista nel momento in cui scatta interpreta tre ruoli: soggetto, autore e spettatore. La potente dinamica dei tre ruoli spinge il nostro io creativo a “parlare” con il linguaggio dell’arte e le iconografie. Stare di fronte all’obiettivo stimola un dialogo tra la mente pensante e le viscere per attingere a un’inesauribile fonte di contenuti che hanno bisogno di essere espressi.
I partecipanti potranno vivere un percorso di libertà espressiva, in assenza di strumenti valutativi e in totale sospensione del giudizio l’uno verso l’altro.
Durante il laboratorio apprenderemo come poter raccontare con le immagini delle storie personali e intime ed esprimere la propria creatività. La fotografia faciliterà la ricerca di sé, consentendo di guardarsi e riconoscersi nelle proprie immagini o essere portavoce non solo per sé, ma anche per gli altri, di un messaggio, di un’emozione, di un vissuto.
Attraverso questo percorso lavoreremo per:
Con il medium fotografico osserveremo da dentro i processi di identità personali e gruppali; il corpo, reso immagine/opera, diventerà l’espressione dei processi sottesi alla mente.
Lavoreremo su:
È una fotografa, allieva dell’artista Cristina Nuñez. Conduce workshop di autoritratto in cui utilizza la fotografia come strumento autobiografico, personale e collettivo, per arrivare a una più profonda conoscenza di sé e dell’altro. Ha lavorato presso scuole, musei di fotografia, in carcere, con persone con disagio sociale e psichico, con gruppi di adulti, presso centri di accoglienza per rifugiati e in aree di conflitto.